Il Fondo per il Microcredito della Regione Lazio prova a tracciare un primissimo bilancio dopo tre mesi d’attività, e i risultati incoraggiano.
Sia perchè le cifre di un progetto partito da zero sono di tutto rispetto (450 finanziamenti erogati, 7000 richieste), sia perchè l’impatto sociale dimostra di essere all’altezza delle aspettative e di aver saputo interpretare intelligentemente la definizione mutevole e particolarissima di “non bancabile”: persone che hanno bisogno di denaro per spese non preventivate di prima necessità, microimprese che operano in settori in cui sono diffuse l’economia sommersa e l’usura, collettività finanziarie come condomini, mutue, cooperative, per progetti di ristrutturazione di immobili secondo criteri di eco-compatibilità e di accessibilità, detenuti ed ex.
Una regione importante, con molti problemi da risolvere, che comunque stanzia 3,5 mil di euro e agevola (e paga) un processo di formazione della rete sociale diffusa sul territorio (parrocchie, circoli arci, piccole associazioni …) perchè imparino a capire se i progetti presentati segnalino emergenze reali e una volontà di riscatto sul lungo periodo, perchè diventino le capillari diramazioni e si interfaccino con i beneficiari e le banche convenzionate per rendere operativa questa operazione di sostegno differente ed innovativa.