Firenze, convegno «Microcredito in azione» promosso da Ritmi, la Rete italiana di microfinanza che raggruppa i principali operatori del settore.
L’incontro ha visto un confronto sugli interventi da mettere in atto contro la crisi e l’esclusione sociale e finanziaria tra organizzazioni che hanno fatto propri i principi del microcredito del professore bengalese Muhammad Yunus, enti pubblici e banche.
Giuseppe Bertolucci, assessore alle finanze della Regione Toscana, ha spiegato il piano anti-recessione avviato sul versante delle imprese: finanziamento degli enti di garanzia per favorire il consolidamento dei debiti a breve delle piccole aziende e per investimenti in leasing e un protocollo con le banche operanti in regione, compresa Banca Etica, che prevede l’impegno a tenere fermi gli spread sui mutui. Secondo Giampietro Pizzo, presidente di Microfinanza Srl, la società di Vicenza che opera anche in Trentino, il microcredito ha un ruolo importante in questa fase non solo come strumento di accesso ai prestiti – è stato citato proprio il razionamento del credito alle microimprese e l’espansione dell’usura – ma anche come promotore di un’educazione finanziaria che eviti fenomeni di sovraindebitamento, soprattutto tra le famiglie. La Rete di microfinanza non ha rinunciato ad avanzare una proposta precisa: a livello nazionale per combattere l’esclusione sociale e finanziaria servirebbero, nell’arco di alcuni anni, nuovi crediti sostenibili per 50 miliardi di euro, di cui 45 miliardi dovrebbero essere messi in campo dalle banche e 5 miliardi dal microcredito. Su questo si è sviluppato il confronto con le Banche di credito cooperativo e con Banca Etica.
(fonte: L’Adige – 29 dicembre 2008)