L’amministratore delegato di PerMicro, Andrea Limone, a partire da ottobre 2016 farà visita alle filiali PerMicro e noi lo seguiremo tappa per tappa. Leggi il suo diario di bordo e guarda le foto del tour!
——-> Tappa 1 – Padova, 10 ottobre 2016
“Catapultato da Roma, Padova mi attende con un ottimo pranzo quasi vegano insieme ai tre pilastri del distretto rotariano. 12 mesi di collaborazione e 10 micro attività lanciate, facciamo insieme il punto e accogliamo alcune richieste in un suk da padania inferiore. Tutti con le mani in pasta, ci si capisce e si migliora, a vantaggio di tutti.
Pomeriggio di intensa attività negli uffici padovani, con andirivieni di badanti affabili e indaffarate. Saluto fugace ad Alessandro Messina, DG di Banca Etica insediato da un anno… sempre vulcanico e spassoso!
Aperitivo presso il Chill out snack bar, spritz veneto bengalese di ottima fattura. Bengalesi induisti, particolarità! Ci accompagna Giuseppe, Mentor PerMicroLab acuto e sorridente, gran lavoratore, da veneto acquisito, fruttato e corposo, come il miglior negramaro pugliese!
Cena di filiale con Luca e Valentina, tra baccalà mantecato e prelibatezze in forma cicchetti. A parlare di futuro, di soddisfazioni e pure qualche fatica. E poi figlie che crescono e animali del bosco nel giardino di casa, ciacole di sé stessi, arrotondati dall’esperienza e da piccole sfide vinte. Con sé stessi e con le famiglie d’origine.
Luca e Valentina sorridenti, pronti a crescere. Ancora.”
——-> Tappa 2 – Genova, 25 ottobre 2016
“Arrivo a Brignole nel giorno di San Crispino, dopo aver tagliato la nebbia con il coltello, fra la capitale sabauda e il grande porto.
Mi aspetta sulla “banchina” il nostro Giovanni, fiero capitano, dal ghigno beffardo e la risposta sempre pronta, di chi sa navigare… passeggiando verso il mare (e il pranzo) parliamo del prezzo delle case che crolla, dei mutui che stentano, di locali che inaspettatamente chiudono… ma anche di nuove vite, di piccole soddisfazioni familiari e di quei clienti che fra le alte onde navigano sereni. E prosperano.
Poi, a un certo punto, sale a poppa anche Elio, quel tipo di marinaio dal polso fermo e la battuta acuta, spesso sorridente, uno che la sa lunga. Di mare, di clowneria ma soprattutto di microcredito.
A pranzo ci servono una polenta, il guizzo che non ti aspetti da una città misteriosa e sempre pronta a ripartire, con l’orgoglio e il coraggio di chi ne ha viste. Alla Maison du Cafè c’è un lento ma continuo movimento e la leggenda narra che, all’ora giusta (…che non è quella del caffè), servano anche degli ottimi aperitivi, ma purtroppo mi toccherà andare via senza conferme, con la speranza di tornare presto.
Nel pomeriggio proseguono le riflessioni sul futuro della nostra navigazione, perché proprio da Genova bisogna ripartire, dal Nord Ovest e poi tutta Italia, con piglio verso mari agitati e probabilmente pescosi.
Quando torno verso la stazione con Giovanni buttiamo l’occhio nella filiale Europa BNL, bellissima, come lo è il nostro continente visto tutto insieme, unito. E con l’acquolina in bocca per le patatine fritte mancate del “nostro” locale, che nella via centrale va a gonfie vele, pensoso torno verso terra. Con la serena e piena consapevolezza di aver lasciato, ancora, la barca in buone mani.”
——-> Tappa 3 – Bari, 10 novembre 2016
“Fin dall’aeroporto è Palese che saranno due giorni spassosi, Alessandro mi aspetta con quel cipiglio allegro e quel modo di porsi inappuntabile e smaccatamente commerciale che solo Bari sa esprimere.
Insieme andiamo subito a Porta Futuro Bari, il centro per le imprese che il Comune ha creato per fare ancora di più e ancora meglio, in una città dove tutto corre veloce. E noi vogliamo esserci!
Le orecchiette del nostro microimprenditore sono eccellenti, come confermeranno poi i miei pargoli alla tavola domenicale, e senza remore una bandiera bianconera è esposta sopra il bancone, con quell’orgoglio di chi non si scompone e va dritto verso la meta, gestendo una macelleria che è nata ieri e già conta i suoi dipendenti, piena di sorrisi e prospettive di investimenti, un mondo in cui il futuro prossimo è già in ritardo.
Al laboratorio 3D Box Creative Lab da zero creano un logo PerMicro in 3D, con stampanti che sembrano sognare e correre ancor più in fretta di Angela, Domenico e Alessandro, infaticabili ambasciatori del microcredito in terra di Puglia. Sul muro gli architetti scrivono idee, Alessandro aggiunge “wedding planner” come canale di mercato… just done – ci hanno pensato e hanno realizzato una bottiglia matrimoniale – e il muro non è abbastanza grande per contenere le idee. E la realtà per contenere risultati di questa filiale barese che va rapida.
Mi concedono mezz’ora di sosta e poi a mangiare tutti insieme… perplessità, opportunità, prodotti e servizi, clienti e prospettive scorrono a fiumi, come il buon vino che ci conduce alle quattro candeline soffiate sulla torta eccezionale di Maselli papà, per ricordarci che tutto esiste già da un pò e funziona. Alla grande. E poi via veloci a passeggiare nella Bari vecchia, con quel gran personaggio mistico che è il vulcanico Alessandro, figlio e zio della PerMicro di oggi.
Al risveglio ci toccherà poi correre verso Taranto, per incontrare l’amico Dennis, grande interprete delle terre del Sud e della famiglia BNL, e poi verso Lecce, dove presto apriremo una filiale, perché anche qua nel Salento il microcredito sia. Anche con la Fondazione di Comunità del Salento, che il mai domo Segretario, in arte Gabriele Ruggiero, conduce con brio.
Devo ripartire, purtroppo, non prima di aver ascoltato in filiale la storia di quel cliente che ha bisogno di 180 mila euro per avviare un progetto straordinario e ne ha già 25 mila… i nostri! Che sagome, sognatori del già fatto. Aspetta aspetta, da Bari non si parte senza un saluto e il dovuto grazie al mitologico Gioacchino Leonetti, omnia della Telethon BNL… lunga vita a lui e alla sua capacità di coinvolgere, con quell’entusiasmo del passo-a-passo che Bari infonde. Ai microimprenditori e ai PerMicrini. Avanti tutta.”
——-> Tappa 4 – Firenze, 5 dicembre 2016
“Che Firenze sia città meravigliosa serve ribadirlo?
A Santa Maria Novella ad attendermi c’è Emanuele, fresco (…si fa per dire!) papà di Margherita, 16 giorni di cambiamenti continui e sconvolgimenti, come la vita è, in un concentrato piccino di energia, tipico di chi si affaccia a un mondo nuovo.
Corri corri che Francesca ci aspetta, con il suo sorriso generoso, per portarci all’ipermercato di Calenzano dove Chiara ha aperto Pandivia, lunch bar vegano, che sa sedurti con cibi straordinari accompagnati dai giochi da tavola. Mangiare e giocare… non manca proprio nulla. Perdo miseramente ad Eureka, questi due di Firenze hanno la lampadina accesa e forse, a pensare un poco male, si sono anche allenati e alleati per mettermi alla sbarra.
Non soddisfatti mi catapultano al mercato di San Lorenzo, fra bancarelle e pellami come se piovessero, e mi presentano come il collega specializzato nelle assicurazioni: eccoci, io e Sarker di fronte, seduti su due puf neri e rossi, in fondo al negozio di borse, zaini, guanti di pelle ma non solo, a parlare di danni a terzi, bagnamenti, furti e scoppi e responsabilità civile… la prende, la prende, l’ho convinto. Si fida, per dirla meglio. Ho vinto, anzi mi hanno fatto vincere, diciamo che si sono procurati il rigore e me lo hanno lasciato tirare. In fondo in fondo, questi due sono proprio buoni.
Andiamo poi da Yousuf, che del mercato di San Lorenzo conosce le tasche di ogni borsa che sta su ognuna delle cento bancarelle. A ragionar di tassi, ammontare e modalità di pagamento mi convinco che non è un banchiere solamente perché è molto impegnato a fare l’imprenditore e a dar fiato e vita a tanti compatrioti che come lui, che sorridono, annuiscono, con empatia ti ammaliano e… tu compri! Infaticabili lavoratori, mansueti e testardi, incredibilmente riconoscenti. Ognuno di loro ti offre almeno un caffè, che pare Napoli. Mah, sarà che in Bangladesh si beve molto caffè… no no, hanno cominciato qua e non riesco proprio a smettere. Di essere accoglienti, il caffè è una italiota scusa.
La sera, mi portano a cena da Vardan, ex-rifugiato armeno dalle idee chiare che ha avviato le Bracerie Ararat nel cuore di Firenze… ci spiega il perché votare SI o NO al famoso referendum era uguale, fra geopolitica e prossimi passi di un microimprenditore a cui piace lavorare e progettare senza sosta. Lui e Svetlana, che cucina, apriranno l’Ararat Blues, in centro Firenze entro San Valentino. A vederlo, c’è da crederci! La sera passa veloce, botta e risposta sul futuro prossimo e progetti e idee che volano spinte dal San Vito, biologico of course.
E’ ora di andare a nanna. Firenze è viola, ma anche arancione come i capelli di Chiara e verde come le prelibatezze che prepara. E rossa come il calore di Emanuele e Francesca. Ma anche scura e intensa come il copricapo di Vardan. Memorabile, proprio come questa giornata.”
——-> Tappa 5 – Venezia Mestre, 16 febbraio 2017
“Arrivando da Ovest, dopo una breve sosta a Padova per un pranzo come si deve con gli amici di Banca Etica, raggiungo la terraferma di Venezia (“Mestre”, al secolo XXI) nel bel mezzo di un pomeriggio assolato. Ma freddo, quello di un giorno di metà febbraio, a nord est. Dopo una breve sosta logistica in hotel mi raggiunge il sorridente Stefano, che battaglia quotidianamente con lo spirito allegro di chi trova perché cerca, e che subito mi conduce, in compagnia della tenace Martina, da uno dei microimprenditori che più ci contraddistinguono per “atipologia” del nostro ricco portafoglio. Ricco di stranezze, ben inteso. Eccoci a San Donà, quartiere residenziale, per incontrare il maestro Ghion, liutaio di giovanissima età. In una soffitta luminosa il microimprenditore unisce una tecnica sopraffina (ancora da affinare, lui dice, ma non sembrerebbe proprio!) a una passione verace, che lo ha spinto fino in Scozia ad apprendere la cornamusa, quando era giovane. O meglio, ancora più giovane di così. E che ora, passando per la Civica Scuola di Musica a Milano, lo ha trasformato in costruttore di mandolini, che sono un vero mondo dentro il mondo degli strumenti a pizzico, dentro il mondo degli strumenti a corde del mondo della musica. Non puoi chiedergli di fermarsi nel racconto del come e del perché ha intrapreso questa avventura che per lui era un reale sogno ed ora è diventata, grazie anche a noi, una sognante realtà (www.ghionguitars.com). Inebetiti da tantaspontanea allegria e un inarrivabile sapere musicale, raggiungiamo l’uscita… sulla porta una flow chart ci indica la via maestra: a comprare una nuova (ed ennesima) chitarra non si sbaglia mai. Ci sarebbe da raccontare anche la visita dell’ASL e come Mattia si sia distinto per appuntita dedizione alla rappresentazione formale del suo laboratorio. Sarebbe spassosa la storia, ma si farebbe lunga. Proprio come ce l’ha raccontata.
Partiamo con il buio che cala veloce ed avanziamo incerti nelle campagne trevigiane… solamente molta fortuna e tante indicazioni raccolte qua e là, su e giù dell’auto e in barba a google maps e al suo mal navigato navigatore, ci conducono fino alla stalla di Roberto Bisetto, allevatore antico nei modi e nelle virtù. Giovane in età e grinta. Passeggia dentro e fuori dalla stalla veloce, sbracciandosi, per spiegarci quando e come la mucca e il latte e il camion ogni mattina e le quote – latte! – e l’associazione di categoria ed è già sera e al mattino di nuovo, all’alba, si ricomincia. Domenica mattina, quella scorsa, è andato in fiera, per dedicarsi al suo unico hobby, la cucina. Dopo due ore era già di ritorno, perché di gozzovigliare ne aveva avuto a basta, per questo mese, e molto aveva da fare, alla sua stalla.
Tornati in città, dopo una salutare corsetta lungo ferrovia, ci troviamo tutti e tre alla Vite Rossa fra cicchetti, mantecato baccalà e prosecco, saltellando fra una domanda e una risposta sulla PerMicro che verrà, ma poi anche tra i perché e i come del crudismo, le vite di ognuno, complicate ma belle e nuove. Ed è già troppo tardi per consegnare in stazione la nostra Martina, per il treno delle zero e venti, verso casa. Io e Stefano ritorniamo per le ultime chiacchiere e una grappa veneta… e solo l’indomani sapremo che il treno, raggiunto al volo, avrà preso il volo solamente un’ora più tardi. Con la nostra Venturato quasi sfinita.
Al mattino seguente ci dirigiamo freschi verso la Venezia dei depliant, per incontrare la Fondazione di Veneziacon la quale tanto e bene abbiamo fatto finora, nelle persone del direttore, il sorridente Giovanni Dell’Olivo, incredibile appassionato di vita e musica, oltreché attento gestore di patrimoni, e la consigliera e senatrice Leddi, con cui condividiamo pronti-via l’importanza della responsabilità e dell’opportunità, della fiducia data e ben ripagata, del microcredito vero insomma. Quello che dà dignità alla persone.
Non ancora soddisfatti partiamo veloci verso Udine, dove incontriamo il segretario della Fondazione Friuli, per immaginare con lui una PerMicro friulana. Ma non solo.
E così la due giorni si conclude fugace con un bicchiere di vino aggiustato con acqua frizzante, novità assoluta per il palato del Limone, e un cotto rosaceo davvero d’eccezione.
Si ritorna, il viaggiatore da Est riparte verso Ovest. Qua lascio gente di cuore e di braccia, operai del quotidiano, pensatori dalla straripante energia. Stefano e Martina, frizzanti come il migliore prosecco!”