Il nostro progetto “Ricomincio da QUI“, sponsorizzato da Council of Europe Development Bank (CEB), è destinato al reinserimento lavorativo di persone che stanno scontando misure di esecuzione penale esterna.
Vi raccontiamo il progetto attraverso i suoi stakeholder: oggi abbiamo intervistato le dott.sse Daniela Rosas e Gloria Ferrero (formatrici e Life Designers di IF Life Design).
Di quali attività vi occupate all’interno del progetto “Ricomincio da QUI”?
Ci occupiamo principalmente della consulenza di carriera, ovvero un percorso breve di tre incontri in cui le persone progettano e mettono alla prova una loro idea professionale, che può essere di impresa ma anche no. Con questo lavoro a ciascuno vengono forniti strumenti operativi per imparare a individuare, descrivere e pianificare un obiettivo professionale al fine di renderne più possibile il raggiungimento.
Inoltre ci occupiamo di erogare momenti formativi specifici, individuati in itinere in base alle necessità di progetto che emergono e sulla base dei bisogni manifestati dall’utenza. In particolare fino a oggi abbiamo svolto una formazione per i Mentor del progetto per dare loro strumenti per interfacciarsi con una tipologia di utenza che richiede alcune attenzioni specifiche e una formazione aperta ai partecipanti al progetto sulle soft skills e il loro sviluppo per il mondo del lavoro.
Con quali fragilità siete venute a contatto incontrando questa categoria di partecipanti?
Fino ad oggi gli utenti che abbiamo incontrato presentano aspetti di fragilità legati a:
- marginazione sociale e assenza di reti sociali significative (mancanza di supporto amicale o familiare, difficoltà nella relazione con i servizi)
- difficoltà nell’utilizzo di strumenti digitali (mancanza di pc o tablet, difficoltà di connessione, assenza di dimestichezza con le modalità di comunicazione quali chat, skype, zoom ecc)
- difficoltà economiche
- disoccupazione
- malessere fisico e psicologico spesso legato alla condizione di vita con restrizioni
Perché è importante un percorso individuale di career counseling per il reinserimento in società di queste persone?
Riteniamo sia molto importante offrire questa possibilità in particolare proprio a persone che, uscendo dall’esperienza del carcere, si trovano a dover riprogettare anche la propria vita professionale. Inserirsi di nuovo nel mondo del lavoro è infatti molto difficoltoso quando, oltre magari a precedenti difficoltà, legate alla formazione e alle competenze possedute, si aggiungono ostacoli come il pregiudizio sociale e lo stigma. Il career counseling favorisce nelle persone una maggiore consapevolezza dei proprio obiettivi, desideri, capacità e punti deboli, fornendo strumenti per affrontare situazioni complesse in cui è altamente probabile ci saranno ostacoli e imprevisti. L’esperienza del carcere pone la persona in un lungo periodo di “inattività” e di lontananza dalla società e dal mondo del lavoro, per cui può essere utile lavorare con un esperto per riconnettere il proprio progetto di vita al contesto in cui si appartiene e in cui si vuole tornare. La consulenza stimola l’emergere delle risorse e delle potenzialità delle persone, proprio nell’ottica di promuoverne l’autostima e la capacità di resilienza.
Rispetto ad altri vostri progetti, qual è il valore aggiunto di “Ricomincio da QUI” secondo voi?
Un valore aggiunto è sicuramente quello di poterci permettere di raggiungere una fascia di popolazione solitamente esclusa dalle nostre attività, sia per la condizione di assenza di libertà personale, sia per questioni economiche di accesso a un servizio erogato da privati e quindi con un costo non per tutti sostenibile. Inoltre riteniamo, in linea con quanto affermato dalla letteratura, che questo progetto sviluppi un tema innovativo nell’ambito della giustizia riparativa e rappresenti una delle pochissime realtà esistenti in questo campo in Italia.
Che tipo di risultati vi attendete da questo percorso?
I risultati attesi riguardano l’apprendimento, da parte di chi partecipa al progetto, di nozioni e modalità di comportamento adattive; una maggiore autonomia nella ricerca del lavoro o realizzazione di un progetto professionale di impresa, l’apprendimento di capacità di progettazione e raggiungimento di obiettivi professionali funzionali al progetto di vita della persona, reinserimento nel contesto e nella comunità di appartenenza, attivazione di reti inclusive e sensibilizzazione del contesto verso le persone in uscita da percorsi di detenzione.