La Giornata Europea della Microfinanza e l’iniziativa della Rete Italiana Microfinanza – RITMI: il ruolo del microcredito in Italia durante e dopo l’attuale crisi sanitaria ed economica; gli interventi normativi ancora necessari.

03/11/2020 – In occasione, 29/10/2020, della sesta Giornata Europea della Microfinanza 2020 (organizzata da EMN, www.european-microfinance.org), RITMI – Rete Italiana Microfinanza (www.ritmi.org) ha previsto il lancio, il prossimo 6 novembre, di una campagna sui social media attraverso un video che promuova il microcredito quale strumento utile per un rilancio dell’economia italiana.

Il settore del microcredito in Italia sta dimostrando in modo convincente la sua resilienza durante l’attuale crisi, unendosi per superare le pressioni finanziarie, imparando costantemente gli uni dagli altri e, soprattutto, lavorando instancabilmente per rimanere sempre in contatto con le persone in povertà o escluse finanziariamente. Per il Presidente di RITMI, Giampietro Pizzo, questa giornata è “utile per sensibilizzare il pubblico più ampio sull’impatto sociale che la microfinanza può avere sull’economia italiana così colpita dalla crisi. È utile altresì ricordare ai responsabili politici che l’intervento pubblico a favore della microfinanza si traduce in concreti risultati sociali positivi”.

La condizione di esclusione finanziaria coinvolge in Italia un numero molto elevato di persone e imprese ed è doppiamente invalidante: da un lato, essa si ripercuote sull’effettiva equità socioeconomica, intesa come pari opportunità di accesso a servizi essenziali per la persona; dall’altro, essa ostacola pesantemente la possibilità da parte di micro e piccoli imprenditori di contribuire attivamente alla vita economica del Paese e al benessere delle comunità sociali di appartenenza. Il microcredito non è da intendersi semplicemente quale credito di piccolo ammontare ma è soprattutto attenzione alla persona, che porta ad accogliere, ascoltare e accompagnare chi si rivolge alle istituzioni di microfinanza, fino alla chiusura del programma di credito, e anche dopo, all’interno di un modello di sviluppo delle comunità locali, basato su equità, solidarietà e sostenibilità ambientale.

Il percorso iniziato nel 2010 (modifica del Testo Unico Bancario), reso operativo nel 2014 (emanazione dei decreti attuativi) e che ha portato nel 2016 all’avvio da parte di Banca d’Italia dell’elenco degli Operatori di Microcredito (12 quelli attualmente riconosciuti) richiede oggi di essere continuato e reso più agevole e proficuo attraverso una revisione puntuale dei decreti attuativi alla luce dell’esperienza maturata in questi anni. Appare chiaro inoltre che questo intervento normativo (per meglio definire l’ambito all’interno del quale operare e per ridurre vincoli e semplificare procedure) dovrà essere accompagnato da un’azione di sistema in grado di incidere in profondità sul fenomeno dell’esclusione finanziaria: ciò potrà avvenire solo se diverse misure pubbliche relative al welfare e alle
politiche attive del lavoro, a livello regionale e nazionale, dialogheranno operativamente con l’azione degli intermediari finanziari specializzati e socialmente orientati a contrastare l’esclusione finanziaria.

Un’azione di sistema, e non un intervento occasionale e straordinario, in grado quindi di rendere
ampia, strutturata e permanente l’offerta di microcredito e di microfinanza.