“Upgrading Financial Inclusion for Marginalised Migrants” (UpFin) è un’iniziativa, finanziata dal programma Erasmus+ dei partenariati su piccola scala per l’istruzione degli adulti (KA210-ADU), che mira a potenziare i lavoratori migranti emarginati attraverso l’educazione e l’orientamento finanziario, favorendo la loro inclusione sociale ed economica.

Partner:

Obiettivi del progetto UpFin:

  • Rafforzare i lavoratori migranti: migliorare le loro competenze finanziarie, tra cui l’elaborazione del bilancio individuale, la capacità di risparmiare e l’accesso ai finanziamenti tradizionali, per promuovere l’indipendenza socio-economica.
  • Sostenere le organizzazioni: favorire il miglioramento delle competenze del personale dedicato all’accoglienza dei migranti, per fornire educazione finanziaria di base ai beneficiari.
  • Promuovere la collaborazione: rafforzare le reti europee per la condivisione delle buone pratiche di inclusione finanziaria.

Attività principali del progetto UpFin:

  1. Plan (settembre – dicembre 2024):
  • Analizzare buone pratiche di educazione finanziaria rivolte a migranti.
  • Sviluppare una metodologia europea condivisa con materiali su misura, tra cui un manuale per il personale (operatori sociali), una guida per le organizzazioni che si occupano di accoglienza agli stranieri e un kit di strumenti per i beneficiari migranti.
  1. Do (gennaio-luglio 2025):
  • Testare gli strumenti di educazione finanziaria, coinvolgendo in sessioni formative separate 20 operatori sociali e 30 persone migranti in Italia e Grecia.
  1. Check and Act (agosto-novembre 2025):
  • Valutare i risultati del progetto pilota, perfezionare i materiali e tradurli (in inglese, italiano, greco, francese e arabo).
  • Diffondere i materiali attraverso eventi ad Alba, Italia, e Karditsa, Grecia

Nell’occasione dell’inaugurazione della filiale PerMicro di Padova all’interno di Banca Etica, si è svolto un confronto con Fondazione Giulia Cecchettin su “L’inclusione finanziaria per contrastare la violenza economica”

PerMicro e Banca Etica insieme dal 2019 I divari di genere nell’accesso ai servizi finanziari e al credito sono infatti una delle componenti che rende le donne più vulnerabili a forme di violenza economica che possono portare a una compressione della libertà individuale e delle capacità di autodeterminazione. Anche per questo la finanza etica e la microfinanza da sempre si pongono l’obiettivo di facilitare l’inclusione economica e finanziaria delle ragazze e delle donne, ed è questo uno dei terreni di collaborazione che contraddistingue la pluriennale partnership tra Banca Etica e PerMicro. Dal 2019 Banca Etica è socia di PerMicro con il 10% del capitale sociale, e in questi 5 anni sono state molte le iniziative di inclusione finanziaria condotte insieme, a favore di imprese create da donne, migranti e non solo. Una partnership che oggi si rafforza con l’apertura della filiale di PerMicro presso i locali della filiale di Banca Etica a Padova. Una vicinanza valoriale e strategica che replica quanto già sperimentato con efficacia a Firenze e a Lamezia Terme, dove PerMicro condivide i locali di Banca Etica e realtà a lei collegate.

Disuguaglianze di genere e accesso al credito
L’accesso al credito rappresenta un indicatore fondamentale per misurare l’inclusione finanziaria e l’autonomia economica delle persone, e in Italia la disparità di genere su questo fronte è concausa di una minore possibilità delle donne di investire, acquistare una casa o avviare un’attività imprenditoriale. Le donne presentano del resto una vulnerabilità economica superiore per la maggior variabilità del reddito (27% vs 22%) e tendono ad avere meno consapevolezza in materia di prodotti finanziari, sostenibilità e servizi di investimento digitalizzati, e più frequentemente ricorrono dunque a consulenze di professionisti (43% vs 33%). Specularmente, più di rado prendono decisioni autonome (13% vs. 19%). Ma, soprattutto, le donne che accedono ai finanziamenti sono quasi la metà degli uomini, e il 37% di loro non possiede nemmeno un conto corrente personale, mentre il recente rapporto Inclusione finanziaria e microcredito. Per un nuovo dialogo con i territori rileva come la minor partecipazione delle donne alla vita economica “formale” sia alla base delle loro minori conoscenze finanziarie e, di conseguenza, delle maggiori difficoltà di accesso ai servizi finanziari. Eppure le imprese femminili sono mediamente più attente alle tematiche ESG e hanno maggiore propensione a creare nuovi posti di lavoro, e le donne hanno una maggiore avversione al rischio (74% vs 67% degli uomini); alle perdite (44% vs. 28%) e sono caratterizzate da approccio underconfidence (38% vs 32%), più cauto.

Secondo uno studio curato FABI, il divario nell’accesso al credito tra uomini e donne trova spesso radici in stereotipi culturali ancora radicati, procedure burocratiche complesse e scarsa attenzione del sistema bancario alle specifiche esigenze femminili. Superare questo ostacolo è necessario non soltanto per ragioni di equità sociale: laddove l’accesso al credito per le donne è equo e inclusivo, si ottengono risultati migliori in termini di crescita economica, innovazione, occupazione e benessere sociale. 

Cosa fa PerMicro: inclusione finanziaria e impatto 
In Italia, dal 2007 PerMicro prova a dare una risposta a questa sfida, favorendo l’inclusione sociale attraverso l’inclusione finanziaria di soggetti esclusi dai canali tradizionali del credito. PerMicro è una società che si occupa di inclusione finanziaria in Italia e opera su tutto il territorio nazionale attraverso 23 filiali in 15 regioni italiane, di cui due in Veneto a Padova e Venezia. Fino al 2024 PerMicro ha concesso 40.555 finanziamenti, per un totale erogato di oltre 336 milioni di euro, erogando il 46% dei suoi finanziamenti a donne. Nell’anno 2024 il dato è del 36%.

Nei 13 anni di attività (2009-2021) presi in esame da una ricerca del Politecnico di Milano sull’impatto sociale di PerMicro, si registra un incremento medio annuo dell’erogato del +30%, passando da 1,5 mln del 2009 a 26 mln del 2021.

  • Più di 1.070 imprenditori e imprenditrici e 7.054 famiglie sono passate da non bancabili a bancabili. 
  • 3.052 nuovi posti di lavoro creati con l’assunzione di persone da parte di imprenditori finanziati
  • 1,2 nuovi posti di lavoro generati in media da ogni imprenditore finanziato (di cui 64% giovani, 28% migranti, 46% donne, 44% disoccupati).
  • 1.433 imprenditori sono passati da una posizione lavorativa precaria ad una stabile.
  • 2.168 imprenditori hanno visto aumentare il reddito mensile.
  • 132 milioni di entrate statali (ammontare del gettito IRPEF dopo l’aumento del reddito + ammontare del gettito fiscale dovuto all’aumento dei consumi).
  • 17,4 milioni di riduzione della spesa pubblica (calcolo sui sussidi sociali non distribuiti dallo Stato).

Anna Fasano, presidente di Banca Etica: “L’inaugurazione di uno spazio fisico dove si sviluppa sinergia tra microfinanza e finanza etica consente che entrambe operino più efficacemente al servizio delle donne vittime di violenza economica e dell’inclusione in generale. Ma non solo. Questa è l’occasione per affermare che il denaro e la finanza generano condivisione nelle relazioni e possono diventare soluzioni vicine, integrate nella quotidianità delle persone. Perché ciò accada serve però il lavoro tenace di chi – come Fondazione Giulia Cecchettin e Fondazione Finanza Etica – fa informazione, educazione critica e formazione, ponendo le basi di un percorso sicuro che trova sbocco nell’azione della filiera del credito, garantita in questo luogo da PerMicro e Banca Etica.

Francesca Giubergia, presidente di PerMicro: “Oggi le donne, soprattutto nel panorama economico e finanziario, sono ancora fortemente sottorappresentate. PerMicro incarna la propria mission quando riesce a dare fiducia, voce, strumenti finanziari e culturali a chi non ha accesso a queste opportunità. Le donne che finanziamo nei loro progetti, famigliari o imprenditoriali, confermano un dato significativo: chi per necessità, chi per sfida, chi per vocazione, ognuna di loro ha un grande potenziale. Garantire dunque un accesso più equo e diffuso al credito per le donne, produrrebbe effetti benefici non solo per la loro autonomia economica, ma anche per l’intera economia nazionale.” 

Gino Cecchettin, presidente di Fondazione Giulia Cecchettin: “L’inclusione finanziaria è essenziale per garantire alle donne libertà e autonomia. Senza accesso alle risorse economiche, molte restano intrappolate in situazioni di violenza. Per questo è fondamentale investire nell’educazione fin da piccoli come stiamo facendo con Fondazione Giulia: insegnare il valore dell’indipendenza economica e del rispetto aiuta a costruire una società più giusta. La formazione è la chiave per un vero cambiamento culturale.

In Italia le donne sono tra le categorie a maggior rischio di esclusione finanziaria: il 37% non ha un conto corrente personale.

Le donne che accedono ai finanziamenti sono quasi la metà degli uomini anche se le imprese femminili sono più attente alle tematiche ESG e hanno maggiore propensione a creare nuovi posti di lavoro.

Come possiamo ridurre questo squilibrio e lavorare per l’autonomia finanziaria delle donne?

Perché è importante prevedere dei percorsi di educazione finanziaria e di accompagnamento alla persona, di pari passo con la concessione del credito?

Ne parliamo insieme a Padova il 7 aprile h 12.00, in occasione dell’apertura della nostra nuova filiale a Padova, presso i locali di Banca Etica in corso del Popolo, 77.

Interverranno:

  • Anna Fasano, presidente di Banca Etica e consigliera della Fondazione Giulia Cecchettin
  • Francesca Giubergia, presidente di PerMicro
  • Gino Cecchettin, Presidente della Fondazione Giulia Cecchettin
  • Anna Maria Tarantola, vice presidente della Fondazione Giulia Cecchettin
  • Benigno Imbriano, amministratore delegato di PerMicro
  • Nazzareno Gabrielli, direttore generale di Banca Etica

Testimonianza di un’impresa femminile finanziata da PerMicro.

Riserva subito il tuo biglietto completando l’iscrizione gratuita all’evento.

 

Dopo due anni di attività, Empower! raccoglie e analizza i risultati raggiunti nel suo Impact Report, offrendo una panoramica sugli effetti del progetto e sulle prospettive future per l’inclusione economica e finanziaria.

La valutazione, condotta dai partner del progetto sotto la guida dell’Università di Milano-Bicocca, ha integrato dati quantitativi e qualitativi per misurare gli effetti delle iniziative avviate, con un focus su occupazione, accesso al credito, istruzione e innovazione nei servizi.

I numeri evidenziano il forte impatto dell’iniziativa: oltre 950 persone hanno partecipato ad attività di sensibilizzazione, più di 500 operatori sono stati formati e 42 beneficiari hanno trovato un’occupazione grazie al supporto ricevuto. Sono state avviate 25 microimprese e il Dual Career Program ha accompagnato 95 persone nel proprio percorso professionale. Anche il riconoscimento delle qualifiche ha avuto un ruolo centrale, con 131 persone orientate al riconoscimento dei titoli e 45 accompagnate al riconoscimento grazie al lavoro di A Pieno Titolo.

L’accesso alle risorse economiche è stato un altro elemento chiave: attraverso fondi a fondo perduto e strumenti di microcredito, Empower! ha permesso a 27 imprese migranti di ricevere finanziamenti, per un totale di 50.000 euro erogati. Parallelamente, la costruzione di una rete solida tra le organizzazioni ha favorito la nascita di 28 nuove collaborazioni e quattro progetti co-progettati, assicurando ulteriori 150.000 euro di finanziamenti per il futuro.

Dal punto di vista economico, l’analisi del Social Return on Investment (SROI) ha dimostrato che ogni euro investito nel progetto ha generato un valore sociale pari a 2,04 euro, per un impatto monetizzato di oltre 1,1 milioni di euro. La maggior parte di questi benefici è legata alla crescita economica e all’occupazione, mentre una parte significativa riguarda anche istruzione e innovazione nei servizi.

Le Policy Recommendations contenute nel report propongono un approccio strutturato per rendere più efficace l’inclusione economica e lavorativa dei cittadini di paesi terzi. La sostenibilità delle iniziative dipenderà dalla capacità di garantire finanziamenti continuativi, migliorare l’integrazione tra servizi e sviluppare strategie che possano essere replicate in altri territori.

L’esperienza di Empower! ha dimostrato che l’innovazione sociale può giocare un ruolo decisivo nel colmare le lacune del sistema di welfare tradizionale, offrendo soluzioni concrete per favorire l’integrazione. Il cammino avviato dal progetto ha posto basi solide, ma il lavoro da fare è ancora lungo: solo attraverso una collaborazione strutturata tra istituzioni, terzo settore e attori economici sarà possibile costruire un sistema di servizi più accessibile, efficiente e sostenibile.

Scarica i documenti completi su empowerto.it

Le opinioni espresse in questi documenti sono di esclusiva responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente le posizioni della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa o dell’Unione Europea.

Empower! – Empowering Migrants in Professional Welfare & Economic Rights è un progetto finanziato nell’ambito di un accordo più ampio tra la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB) e la Commissione europea (Direzione generale degli Affari interni), il cui scopo è migliorare l’inclusione dei migranti negli Stati membri dell’UE attraverso lo sviluppo di nuovi partenariati e nuove forme di finanziamento.

 

Salerno, 14 gennaio 2025

Sottoscritto stamattina, presso la sede della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana, un Protocollo di intesa per lo sviluppo e la crescita della microimprenditorialità nel nostro Paese, tra il Presidente della Fondazione Carisal, Domenico Credendino e l’Amministratore delegato di PerMicro, Benigno Imbriano.

“La Fondazione Carisal considera determinante e fondamentale per lo sviluppo socio economico del territorio l’attivazione di collaborazioni e di reti operative” ha dichiarato il Presidente Credendino.

“PerMicro è una azienda che favorisce l’inclusione sociale e l’occupazione attraverso l’erogazione di crediti e microcrediti, l’educazione finanziaria e servizi di accompagnamento ed avviamento all’impresa. Una grande opportunità per il territorio” ha affermato l’Amministratore delegato di PerMicro, Benigno Imbriano.

Grazie all’intesa raggiunta, Fondazione Carisal e PerMicro stabiliscono di collaborare, in considerazione della comune convinzione che il microcredito e la microfinanza siano gli strumenti finanziari più efficaci per il sostegno e lo sviluppo delle piccole e medie imprese e sulla base delle specifiche competenze, per sviluppare strumenti innovativi di promozione sociale e favorire la conoscenza e la promozione delle attività e dei servizi di PerMicro.

Con la sottoscrizione del Protocollo, le parti intendono offrire sostegno a soggetti in condizione di svantaggio sociale ed economico, mettendo a disposizione strumenti per rafforzare competenze professionali  e favorire l’accesso al credito da parte di tutti, attraverso l’attivazione di uno Sportello a Salerno, in uno spazio concesso in uso a titolo gratuito per una  volta a settimana a PerMicro presso il Complesso San Michele, sede operativa della Fondazione Carisal.

 

Milano, 27 maggio 2024

PerMicro è la più grande società che in Italia si occupa di inclusione finanziaria erogando credito a persone in condizioni di vulnerabilità e generando impatto sociale su tutto il territorio nazionale.

Dalla sua nascita nel 2007 fino al 2023, PerMicro ha erogato 37.498 crediti per un valore di oltre 300 milioni di euro, contribuendo a sostenere famiglie in difficoltà temporanea e favorendo la nascita e lo sviluppo di attività imprenditoriali in diversi settori: dal piccolo commercio alla ristorazione, dall’artigianato ai servizi alla persona e molti altri.

PerMicro ha sviluppato insieme al Technology Innovation and Research for Social Impact del Politecnico di Milano un modello di misurazione di impatto sociale dal quale emergono vantaggi per le persone e vantaggi per la Pubblica Amministrazione. Grazie a questo modello, PerMicro ha misurato l’impatto sociale generato negli anni 2009/2021.

Nei 13 anni di attività presi in esame dalla ricerca, la società ha registrato un incremento medio annuo dell’erogato del +30%, passando da 1,5 mln del 2009 a 26 mln del 2021.

I risultati confermano che la microfinanza è una delle più potenti innovazioni finanziarie per l’inclusione e il contrasto alle diseguaglianze economiche.

Vantaggi per le persone:

  • più di 1.070 imprenditori e 7.054 famiglie sono passati da essere non bancabili a bancabili;
  • 3.052 nuovi posti di lavoro creati con l’assunzione di persone da parte degli imprenditori PerMicro;
  • 1,2 nuovi posti di lavoro generati in media da ogni imprenditore finanziato (di cui 64% giovani, 28% migranti, 46% donne, 44% disoccupati);
  • 1.433 imprenditori sono passati da una posizione lavorativa precaria a una stabile;
  • 2.168 imprenditori hanno visto aumentare il reddito mensile.

Vantaggi per l’Amministrazione Pubblica:

  • per ogni 1,5 euro prestati da PerMicro, lo Stato riceve 1 euro in termini di maggiori entrate statali;
  • 132 milioni di entrate statali (ammontare del gettito IRPEF dopo l’aumento del reddito + ammontare del gettito fiscale dovuto all’aumento dei consumi);
  • 17,4 milioni di riduzione della spesa pubblica (calcolo sui sussidi sociali non distribuiti dallo Stato).

Benigno Imbriano, Amministratore Delegato di PerMicro, ha dichiarato: “I benefici dell’attività di PerMicro ricadono in due sfere: la prima individuale, la seconda comunitaria. Da un lato vi è la vita personale dei singoli che, insieme a PerMicro, accedono a servizi finanziari di base, imprescindibili nella vita quotidiana, e realizzano un proprio progetto di lavoro e di vita; dall’altro vi è il ritorno per la comunità: è stato calcolato, ad esempio, che per ogni 1,5 euro prestati da PerMicro, lo Stato riceve 1 euro in termini di maggiori entrate statali. La microfinanza si conferma dunque uno strumento determinante per affrontare le sfide del futuro: la riduzione delle disuguaglianze, l’inclusione sociale e il sostegno alle politiche occupazionali e abitative”.

L’impegno di PerMicro è in costante incremento, come narrato nel recente Bilancio di Sostenibilità 2023 della società. Nel solo anno 2023 la società ha consentito l’accesso al credito a 3.128 progetti di vita: si tratta di progetti familiari (2.348) e progetti imprenditoriali (780), concessi a persone escluse dai tradizionali canali del credito. PerMicro ha erogato oltre 32 milioni di euro di crediti e microcrediti, aumentando sia l’assistenza alle micro e piccole imprese (+37% rispetto al 2022) per l’avvio o lo sviluppo delle attività, sia l’assistenza alle famiglie (+10% rispetto al 2022), aiutandole a far fronte alle loro esigenze finanziarie di prima necessità.

Nel 2023 il 37% delle imprese finanziate sono gestite da donne (erano il 34% nel 2022); il 37% da giovani sotto i 35 anni, di cui circa un terzo (pari a 78) addirittura da imprenditori che non hanno ancora compiuto 26 anni di età.

“Il microcredito è una delle più potenti innovazioni finanziarie per l’inclusione e il contrasto alle diseguaglianze economiche. La misura dell’impatto sociale di questo strumento è un elemento costitutivo e imprescindibile del modello, non solo per una corretta rappresentazione del valore sociale generato, ma anche per migliorarne l’efficacia e la forza trasformativa sulla società. In ragione di ciò e nella condivisione degli obiettivi sociali, Tiresia da molti anni accompagna PerMicro nel proprio percorso di innovazione e crescita” – ha affermato Mario Calderini, Professore ordinario presso la School of Management del Politecnico di Milano e Direttore di Tiresia.

Nel 2015 PerMicro ha avviato la propria collaborazione con il centro di ricerca Tiresia, Technology Innovation and Research for Social Impact del Politecnico di Milano ai fini della definizione della metodologia per la misurazione dell’impatto sociale generato dalla propria attività.

In una prima fase è stato misurato l’impatto generato dai prestiti erogati dal 2009 al 2014 compresi. In due fasi successive è stato misurato l’impatto generato dei prestiti erogati negli anni 2015-2016 e successivamente 2017-2018.

A conclusione di questa prima fase dello sviluppo del modello di misurazione di impatto sociale, ad inizio 2020 è stata completata la misurazione dell’impatto sociale generato dai prestiti erogati dal 2009 al 2018.

Dal 2021 l’indagine ha assunto un carattere annuale, attraverso la misurazione dell’impatto generato dai prestiti erogati, dopo 24-36 mesi dall’erogazione dei finanziamenti.

“L’inclusione è una potente leva per lo sviluppo di un’economia positiva e sostenibile” – ha affermato Luca Ranieri, Head ESG Strategy, Communication & External Relations BNL BNP Paribas. “Siamo da anni partner industriali di PerMicro che, con il microcredito, accompagna e sostiene i progetti di vita di persone non finanziabili secondo i canali bancari tradizionali. L’inclusione e l’impegno per la sostenibilità economica, sociale e ambientale sono parti fondanti del nostro essere sia banca sia azienda vicina alla Società, alle sue esigenze e alle sue trasformazioni. Un’attenzione concreta che accomuna BNL e tutto il Gruppo BNP Paribas nella sua attività a livello internazionale”.

“Banca Etica è socia di PerMicro perché crede nel microcredito come strumento efficace di inclusione finanziaria e sociale e per rispondere alle persone che rischiano di essere marginalizzate. Negli anni abbiamo visto tante persone e piccole imprese che erano “non bancabili” e che dopo aver avuto accesso ai servizi di PerMicro hanno maturato i requisiti per poter accedere ai normali servizi bancari. Il microcredito è un trampolino di lancio, un anello di congiunzione tra l’esclusione e l’inclusione finanziaria che ha bisogno di professionalità e che deve sempre più essere considerato uno strumento a impatto sociale” – ha affermato Nazzareno Gabrielli, Direttore Generale di Banca Etica.

“Il rapporto presentato da PerMicro consente di stimare la dimensione di un problema sociale oggi assai diffuso in Italia: lo stato di vulnerabilità economica in cui versano molti nostri concittadini. Allo stesso tempo, il rapporto mostra l’impatto positivo che gli strumenti di inclusione finanziaria generano a favore delle famiglie e degli imprenditori con difficoltà di accesso al credito, producendo così un virtuoso effetto moltiplicatore a beneficio di tutto il sistema economico. Non a caso, PerMicro è stata una tra le prime società a impatto a far ingresso nel portafoglio di investimenti della nostra Fondazione, proprio per la sua capacità di offrire una risposta concreta a un bisogno storico ma sempre attuale, contribuendo a creare le condizioni per il raggiungimento dell’eguaglianza sociale” – ha dichiarato Marco Gerevini, Consigliere di amministrazione della Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore.

 

SCENARIO DELL’ESCLUSIONE FINANZIARIA

Complessa e sfaccettata è l’emersione della condizione di vulnerabilità finanziaria in Italia. I migranti sono purtroppo in prima linea nello sperimentare difficoltà di accesso, ma questo tipo di esclusione colpisce anche fasce importanti di giovani (soprattutto laddove essi vogliano ricorrere a prodotti creditizi e assicurativi) e di persone che per diversi motivi vedono compromessa la loro condizione lavorativa e di reddito. Precari, working poors, donne vittime di violenza sono anch’essi target tristemente privilegiati di esclusione finanziaria. Ma i processi di esclusione si vanno via via complicando e aggravando, producendo crescenti fenomeni di vera e propria espulsione dal sistema finanziario.[1]

La microfinanza e l’inclusione finanziaria possono essere strumenti fondamentali per far crescere l’eguaglianza e la giustizia sociale, per combattere la povertà, per migliorare, anche, la qualità del credito e del funzionamento dell’intero sistema finanziario.

[1] Da una ricerca a cura di Gruppo Banca Etica, c.borgomeo&co. e RITMI: https://finanzaetica.info/landing/inclusione-finanziaria-e-microcredito-con-le-comunita-territoriali-per-combattere-la-poverta-e-la-esclusione/

Imprese migranti: al via la collaborazione tra Unioncamere, Banca Etica e PerMicro

Per 36 aspiranti imprenditori stranieri residenti in Italia si apre la possibilità di richiedere finanziamenti per l’avvio dell’attività. Lo stabilisce l’accordo di collaborazione stipulato tra Unioncamere, Banca Etica – prima e unica banca in Italia dedita esclusivamente alla finanza etica – e PerMicro – intermediario specializzato nell’erogazione di crediti finalizzati all’inclusione finanziaria  di famiglie e imprese -.

L’accordo stabilisce che alle imprese migranti di prima e seconda generazione, che partecipino ai percorsi di formazione del progetto Futurae , promosso dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali e realizzato da Unioncamere e da sei Camere di commercio (Roma, Torino, Milano, Verona, Pavia, Bari), venga segnalata questa possibilità.

PerMicro valuterà le richieste degli aspiranti imprenditori affiancandoli  nella stesura del business plan e dell’istruttoria per la richiesta di finanziamento, effettuando la valutazione del merito creditizio e deliberando, in caso positivo, la concessione del credito che verrà erogato da PerMicro su un conto corrente acceso presso Banca Etica.

L’intesa è in continuità con gli obiettivi della seconda annualità del progetto Futurae, che mira ad accompagnare la nascita e la crescita di imprese e attività di lavoro autonomo di cittadini e cittadine migranti attraverso percorsi di orientamento, formazione e affiancamento allo start up. Tra gli obiettivi di Futurae anche quello di integrare, nel percorso di formazione per l’avvio di impresa, il sostegno finanziario con programmi di microcredito.

L’accordo in essere ha anche la potenzialità, alla luce dei risultati conseguiti, di essere eventualmente esteso, in futuro, a tutte quelle attività di sostegno all’imprenditoria straniera promosse dall’insieme del sistema camerale.

Marta aveva perso il lavoro e non riusciva a versare i contributi della sua categoria professionale. Marco pagava già un mutuo nella casa in cui viveva con moglie e figli ma non riusciva a far fronte alle spese straordinarie del condominio, rischiando un’ingiunzione sull’abitazione.

Marta e Marco sono evidentemente nomi di fantasia ma i casi sono reali, queste persone si sono davvero rivolte a La Scialuppa CRT in cerca di un piccolo aiuto temporaneo.

Fino ad oggi, i tanti Marta e Marco di Torino non avrebbero potuto avere accesso al credito di PerMicro mentre oggi questa possibilità è stata creata  grazie al nuovo “patto” per famiglie in difficoltà, promosso da La Scialuppa CRT e PerMicro.

L’accordo prevede la costituzione – da parte de La Scialuppa CRT Onlus Fondazione Anti Usura, in qualità di Ente garante – di un fondo di garanzia finalizzato a favorire l’accesso ai finanziamenti erogati da PerMicro (intermediario specializzato in crediti e microcrediti per l’inclusione) a soggetti esclusi dai canali tradizionali del credito, in situazioni di vulnerabilità sociale ed economica, e pertanto a rischio usura.

I finanziamenti, rivolti alle famiglie più fragili di Piemonte e Valle d’Aosta, avranno un taglio tra i 3.000-15.000 euro e, grazie a tempi rapidi di erogazione, potranno coprire spese urgenti e impreviste: dall’automobile usata per andare al lavoro alle spese mediche urgenti, dalle spese per un corso professionalizzante a quelle per il proprio ricollocamento lavorativo.

Grazie all’intervento de La Scialuppa CRT i prestiti erogati da PerMicro godranno di condizioni agevolate, includendo persone che diversamente non potrebbero essere finanziate.

I soggetti interessati a presentare la richiesta di finanziamento dovranno rivolgersi a La Scialuppa CRT che procederà a una prima valutazione di fattibilità della richiesta; in caso positivo, La Scialuppa comunicherà la concessione della garanzia a PerMicro, che avrà la possibilità di erogare finanziamenti garantiti, fino al raggiungimento di una esposizione pari a due volte (“leva 2”) la consistenza complessiva del Fondo (con una dotazione iniziale di 100.000 euro).

L’Amministratore Delegato di PerMicro, Benigno Imbriano, dichiara: “Il divario tra i pochi sempre più ricchi e i tanti sempre più poveri è qualcosa che, se non affrontato, condizionerà irrimediabilmente il nostro futuro, rendendo difficile la vita anche di chi pensa di non essere parte di queste dinamiche. Un paese integro, sano nei suoi principi, dovrebbe essere in grado di lavorare per la sua crescita economica, ma allo stesso tempo dovrebbe essere in grado di lavorare per ridurre le diseguaglianze. Nella storia di PerMicro questo è il primo fondo di garanzia a carattere regionale, con una dotazione importante, appositamente dedicato ai prestiti per le famiglie: sarà fondamentale per PerMicro per servire una fascia di popolazione più vulnerabile e favorirne la sua inclusione finanziaria”.

Con il patto siglato oggi La Scialuppa CRT e PerMicro uniscono le loro forze e mettono in campo un nuovo strumento a supporto delle famiglie piemontesi più fragili escluse dai tradizionali canali di finanziamento – dichiara il Segretario Generale di Fondazione CRT Andrea Varese –. Si tratta di un ulteriore passo nel percorso di collaborazione pluriennale tra la Fondazione CRT, per il tramite della Fondazione Sviluppo e Crescita CRT, e PerMicro, che negli anni ha permesso di ridare speranza a tante famiglie: un sodalizio che si è rafforzato ulteriormente con la sottoscrizione di 2 milioni di euro da parte della Fondazione Sviluppo e Crescita CRT del prestito obbligazionario ‘Permicro 2024-2030’ volto ad aiutare nuclei famigliari monoreddito e lavoratori precari”.

Il Contesto

La 5° Indagine sull’inclusione finanziaria realizzata da Banca Etica e la 17° edizione del Rapporto sul microcredito in Italia condotta da C. Borgomeo&co. illustrano quanto il crescente sovraindebitamento delle famiglie sia un tema di grande rilevanza, che sta assumendo proporzioni davvero allarmanti in termini di un progressivo aumento dei casi di espulsione dal sistema finanziario ordinario. Il sovraindebitamento (stato di indebitamento che genera vere e proprie situazioni di crisi e insolvenza), se non debitamente affrontato, distrugge in molti casi non solo gli equilibri personali e sociali, ma anche la condizione di cittadinanza economica delle persone: toglie loro i servizi finanziari e di pagamento essenziali per una normale condotta di vita. 

In Italia, a oggi, l’unica procedura effettivamente attiva è quella della “composizione della crisi”, che offre supporto immediato e accompagnamento all’esdebitazione e che vede un crescente interesse (nel 2022 sono state avanzate 7.135 istanze agli organismi competenti, +25% sul 2021), limitato tuttavia dai costi di attivazione. 

La situazione è ancora più preoccupante se si prende in esame il tasso dei richiedenti un prestito esclusi (rifiuti e pratiche incomplete): 43% nel Sud e 39% nelle Isole, a fronte di un tasso di esclusione nazionale del 21%, stimabili complessivamente in circa 250 mila nuclei. I tassi di rifiuto più alti si riscontrano nel comparto del credito al consumo (30% di domande rigettate in tutto o in parte).

Le domande per finalità professionali hanno registrato un tasso di rifiuto del 19%, 11% per l’acquisto di immobili. Reddito e patrimonio, reale e finanziario, delle famiglie sono i fattori determinanti per l’accesso al credito. Disporre di ricchezza, e conseguentemente di garanzie da poter mettere a disposizione, facilita infatti l’accesso al credito.

Il Piemonte. Secondo dati della Banca d’Italia (L’economia in Piemonte, novembre 2023), nella prima parte del 2023 è proseguito il rallentamento dei finanziamenti di banche e società finanziarie alle famiglie piemontesi, avviatosi dall’ultimo trimestre del 2022: a giugno il tasso di incremento sui dodici mesi è stato pari allo 0,9 per cento (4,1 nello scorso dicembre). Il calo della domanda è legato al peggioramento delle condizioni di accesso al credito.

Secondo le banche operanti in Piemonte, intervistate tra agosto e settembre nell’ambito dell’indagine sull’andamento della domanda e dell’offerta di credito a livello territoriale (Regional Bank Lending Survey, RBLS), nel primo semestre del 2023, la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie è ulteriormente diminuita, mentre quella di credito per finalità di consumo è tornata a crescere.

La nuova Presidente di PerMicro, Francesca Giubergia, è attenta osservatrice di habitat marini e un’appassionata studiosa di percorsi di crescita, aziendali e umani. L’abbiamo intervistata per voi cercando di approfondire i dettagli più e meno noti di questa nuova figura di governance femminile che siamo già fieri di avere in squadra.

Cosa appassiona Francesca Giubergia, in tre parole?

Imprenditorialità, infanzia, arti marziali.

 Come ha accolto questa nuova nomina?

Mi sento molto onorata di questa nomina. Nutro una grande ammirazione per il mio predecessore Andrea Limone, che è stato colui che per primo ha creduto nell’idea che dovesse esistere in Italia una PerMicro.
Ho sempre avuto la possibilità di gravitare intorno a PerMicro: la conosco da quando è nata nel 2007, l’ho vista crescere in questi 16 anni e in alcune occasioni ho ricoperto pro tempore il ruolo di consigliera in CDA. Quando ho saputo della ricerca di una nuova figura di Presidente da parte dei soci, ho desiderato che si potessero confrontare su una rosa di possibili candidati e ho sperato di poterne fare parte. Il 25 ottobre scorso sono stata nominata Presidente: mi auguro di essere in grado di rappresentare un valido ponte tra il passato e il futuro di PerMicro.

Microcredito e sostenibilità: lo ritiene un binomio accostabile?

Io credo davvero che debba e possa essere accostabile. La sostenibilità è un principio aziendale che non deve modificare la visione sociale, tuttavia è un obiettivo necessario perché una realtà duri nel tempo. Aggiungerei che la stabilità di un’impresa che genera del bene, la rende ulteriormente meritevole agli occhi dei suoi stakeholder, siano essi clienti, dipendenti, investitori o finanziatori.

A suo giudizio, vi è qualcosa di PerMicro che non viene percepito a pieno all’esterno ma che lei riterrebbe fondamentale emergesse maggiormente?

Il tema dell’impatto sociale è un baluardo di cui molti, nei settori più diversi, ormai si fregiano. Ritengo che PerMicro, come tutti quegli attori completamente dedicati al loro core business, dia quasi per scontato ciò che fa e non si accorga a sufficienza di quanto valore produca. Se ad esempio considerassimo le ricadute di impatto sociale sul sistema Italia, ci accorgeremmo che PerMicro svolge un ruolo chiave in molteplici comunità, territori e regioni, un ruolo facilmente accostabile a quello delle politiche attive del lavoro o quelle sociali.
Mi piacerebbe che questo aspetto emergesse con maggiore rilievo perché il mondo della finanza sta portando sempre più capitali a realtà che sono in grado di dimostrare questa sostanza.

Come intende lavorare insieme ai soci?

Innanzitutto c’è in me un desiderio di ascoltare i soci: inizierò a incontrarli uno ad uno per capire che cosa ciascuno di loro si attende da PerMicro. Vorrei raccogliere da loro una visione strategica, idee e suggerimenti da trasformare in una sintesi da mettere a comune denominatore, per orientarci in vista dell’elaborazione del nuovo piano triennale 2024-2027. Per me sarà molto prezioso pormi in modalità di ascolto, fare squadra con gli altri soci e quindi entrare in un settore di business per me nuovo nel miglior modo possibile.

Come intende lavorare insieme ai colleghi?

Non penso siano necessari grandi stravolgimenti, piuttosto partire dalle piccole cose: alcune novità sono già state messe a terra, si tratta di mantenere una loro continuità, formalizzando e migliorando ulteriormente il metodo di lavoro che in questi 16 anni è stato sviluppato. Sicuramente potrebbe essere un’opportunità trascrivere il “modello PerMicro” per condividere le best practice: si pensi, per citare un esempio, a quanto sarebbe interessante mappare il patrimonio culturale delle relazioni con le comunità migranti sui territori in cui siamo presenti.

Nella sua visione, cosa vorrebbe vedere realizzato da PerMicro entro il compimento dei 20 anni della società, previsto nel 2027?

È una domanda a cui potrò rispondere solo dopo aver incontrato tutti i soci. Sono convinta che per far del bene ad una società, occorra innanzitutto capire quale sia il “suo” bene. Il mio primo lavoro da Presidente sarà quindi individuare gli obiettivi strategici al servizio del bene di PerMicro.