Nuova filiale PerMicro a Padova all’interno di Banca Etica
Nell’occasione dell’inaugurazione della filiale PerMicro di Padova all’interno di Banca Etica, si è svolto un confronto con Fondazione Giulia Cecchettin su “L’inclusione finanziaria per contrastare la violenza economica”
PerMicro e Banca Etica insieme dal 2019 I divari di genere nell’accesso ai servizi finanziari e al credito sono infatti una delle componenti che rende le donne più vulnerabili a forme di violenza economica che possono portare a una compressione della libertà individuale e delle capacità di autodeterminazione. Anche per questo la finanza etica e la microfinanza da sempre si pongono l’obiettivo di facilitare l’inclusione economica e finanziaria delle ragazze e delle donne, ed è questo uno dei terreni di collaborazione che contraddistingue la pluriennale partnership tra Banca Etica e PerMicro. Dal 2019 Banca Etica è socia di PerMicro con il 10% del capitale sociale, e in questi 5 anni sono state molte le iniziative di inclusione finanziaria condotte insieme, a favore di imprese create da donne, migranti e non solo. Una partnership che oggi si rafforza con l’apertura della filiale di PerMicro presso i locali della filiale di Banca Etica a Padova. Una vicinanza valoriale e strategica che replica quanto già sperimentato con efficacia a Firenze e a Lamezia Terme, dove PerMicro condivide i locali di Banca Etica e realtà a lei collegate.
Disuguaglianze di genere e accesso al credito
L’accesso al credito rappresenta un indicatore fondamentale per misurare l’inclusione finanziaria e l’autonomia economica delle persone, e in Italia la disparità di genere su questo fronte è concausa di una minore possibilità delle donne di investire, acquistare una casa o avviare un’attività imprenditoriale. Le donne presentano del resto una vulnerabilità economica superiore per la maggior variabilità del reddito (27% vs 22%) e tendono ad avere meno consapevolezza in materia di prodotti finanziari, sostenibilità e servizi di investimento digitalizzati, e più frequentemente ricorrono dunque a consulenze di professionisti (43% vs 33%). Specularmente, più di rado prendono decisioni autonome (13% vs. 19%). Ma, soprattutto, le donne che accedono ai finanziamenti sono quasi la metà degli uomini, e il 37% di loro non possiede nemmeno un conto corrente personale, mentre il recente rapporto Inclusione finanziaria e microcredito. Per un nuovo dialogo con i territori rileva come la minor partecipazione delle donne alla vita economica “formale” sia alla base delle loro minori conoscenze finanziarie e, di conseguenza, delle maggiori difficoltà di accesso ai servizi finanziari. Eppure le imprese femminili sono mediamente più attente alle tematiche ESG e hanno maggiore propensione a creare nuovi posti di lavoro, e le donne hanno una maggiore avversione al rischio (74% vs 67% degli uomini); alle perdite (44% vs. 28%) e sono caratterizzate da approccio underconfidence (38% vs 32%), più cauto.
Secondo uno studio curato FABI, il divario nell’accesso al credito tra uomini e donne trova spesso radici in stereotipi culturali ancora radicati, procedure burocratiche complesse e scarsa attenzione del sistema bancario alle specifiche esigenze femminili. Superare questo ostacolo è necessario non soltanto per ragioni di equità sociale: laddove l’accesso al credito per le donne è equo e inclusivo, si ottengono risultati migliori in termini di crescita economica, innovazione, occupazione e benessere sociale.
Cosa fa PerMicro: inclusione finanziaria e impatto
In Italia, dal 2007 PerMicro prova a dare una risposta a questa sfida, favorendo l’inclusione sociale attraverso l’inclusione finanziaria di soggetti esclusi dai canali tradizionali del credito. PerMicro è una società che si occupa di inclusione finanziaria in Italia e opera su tutto il territorio nazionale attraverso 23 filiali in 15 regioni italiane, di cui due in Veneto a Padova e Venezia. Fino al 2024 PerMicro ha concesso 40.555 finanziamenti, per un totale erogato di oltre 336 milioni di euro, erogando il 46% dei suoi finanziamenti a donne. Nell’anno 2024 il dato è del 36%.
Nei 13 anni di attività (2009-2021) presi in esame da una ricerca del Politecnico di Milano sull’impatto sociale di PerMicro, si registra un incremento medio annuo dell’erogato del +30%, passando da 1,5 mln del 2009 a 26 mln del 2021.
- Più di 1.070 imprenditori e imprenditrici e 7.054 famiglie sono passate da non bancabili a bancabili.
- 3.052 nuovi posti di lavoro creati con l’assunzione di persone da parte di imprenditori finanziati
- 1,2 nuovi posti di lavoro generati in media da ogni imprenditore finanziato (di cui 64% giovani, 28% migranti, 46% donne, 44% disoccupati).
- 1.433 imprenditori sono passati da una posizione lavorativa precaria ad una stabile.
- 2.168 imprenditori hanno visto aumentare il reddito mensile.
- 132 milioni di entrate statali (ammontare del gettito IRPEF dopo l’aumento del reddito + ammontare del gettito fiscale dovuto all’aumento dei consumi).
- 17,4 milioni di riduzione della spesa pubblica (calcolo sui sussidi sociali non distribuiti dallo Stato).
Anna Fasano, presidente di Banca Etica: “L’inaugurazione di uno spazio fisico dove si sviluppa sinergia tra microfinanza e finanza etica consente che entrambe operino più efficacemente al servizio delle donne vittime di violenza economica e dell’inclusione in generale. Ma non solo. Questa è l’occasione per affermare che il denaro e la finanza generano condivisione nelle relazioni e possono diventare soluzioni vicine, integrate nella quotidianità delle persone. Perché ciò accada serve però il lavoro tenace di chi – come Fondazione Giulia Cecchettin e Fondazione Finanza Etica – fa informazione, educazione critica e formazione, ponendo le basi di un percorso sicuro che trova sbocco nell’azione della filiera del credito, garantita in questo luogo da PerMicro e Banca Etica.”
Francesca Giubergia, presidente di PerMicro: “Oggi le donne, soprattutto nel panorama economico e finanziario, sono ancora fortemente sottorappresentate. PerMicro incarna la propria mission quando riesce a dare fiducia, voce, strumenti finanziari e culturali a chi non ha accesso a queste opportunità. Le donne che finanziamo nei loro progetti, famigliari o imprenditoriali, confermano un dato significativo: chi per necessità, chi per sfida, chi per vocazione, ognuna di loro ha un grande potenziale. Garantire dunque un accesso più equo e diffuso al credito per le donne, produrrebbe effetti benefici non solo per la loro autonomia economica, ma anche per l’intera economia nazionale.”
Gino Cecchettin, presidente di Fondazione Giulia Cecchettin: “L’inclusione finanziaria è essenziale per garantire alle donne libertà e autonomia. Senza accesso alle risorse economiche, molte restano intrappolate in situazioni di violenza. Per questo è fondamentale investire nell’educazione fin da piccoli come stiamo facendo con Fondazione Giulia: insegnare il valore dell’indipendenza economica e del rispetto aiuta a costruire una società più giusta. La formazione è la chiave per un vero cambiamento culturale.“