Il valore aggiunto di Cristina aiuta ad affrontare i momenti più difficili
Cristina Martorana ha iniziato a lavorare a 18 anni in un’impresa funebre, l’impresa era del padre di un suo amico. Qui ha fatto la gavetta e negli anni ha scoperto i tanti volti e risvolti di questo mestiere e ha incontrato i molti diversi attori che concorrono ai risultati finali: fornitori, consulenti, colleghi-concorrenti.
“Per chi non è del settore il nostro è un mondo sconosciuto e spesso offuscato da pregiudizi, d’altra parte quando qualcuno si rivolge a noi sta sempre sta vivendo un momento particolarmente difficile. C’è dolore o disperazione, spesso c’è anche smarrimento perché si ignora l’universo delle pratiche da espletare, può anche esserci una buona dose di diffidenza nei nostri confronti. Ogni situazione ha una storia a sé, e questo è un aspetto molto interessante del nostro lavoro, ma la mia sfida personale è sempre stata quella di riuscire ad accogliere e affiancare ognuno nel suo momento di particolare fragilità nel modo più appropriato, diventando un punto di riferimento utile e sicuro.”
Oggi Cristina ha 24 anni, ha una bambina di 5 anni e mezzo (tutti le scambiano per sorelle) e ha deciso, si sente pronta per mettersi in proprio. Ha aperto la sede della sua nuova impresa “Onoranze funebri Naviglio Grande” nella zona dei Navigli, strade e quartieri cui è particolarmente affezionata, e grazie alla collaborazione della Fondazione Welfare e di PerMicro la sua attività andrà a regime molto più velocemente: potrà acquistare le prime forniture, pagare i primi affitti del locale, investire ancora sulla sua formazione.
Com’è andata? La Fondazione Welfare e i suoi mentor hanno aiutato Cristina a dare un assetto solido al progetto, e alle sue prospettive di sviluppo, successivamente PerMicro, riconoscendo la validità del suo business plan, ha dato l’ok per l’erogazione del microcredito necessario.
“Ho sempre creduto che per fare questo mestiere serva davvero empatia e comprensione e con la mia piccola impresa voglio riuscire a dare valore aggiunto personalizzato grazie alla rete dei miei contatti fidati: dalla gestione delle pratiche all’organizzazione della cerimonia, al supporto psicologico necessario. Proposte, consigli, suggerimenti su misura, nulla di predefinito e automatizzato. Facendo questo lavoro, tra l’altro, continuo a imparare tanto sulla natura umana in generale ma sto anche comprendendo meglio me stessa. È una palestra quotidiana in cui posso esprimere i valori in cui credo e anche lavorare sui miei limiti.”
Se le chiedete qual è la reazione delle persone quando risponde alla fatidica domanda “cosa fai nella vita?” lei ride.
“In molti si stupiscono che una giovane donna si occupi di onoranze funebri ma credo che sia abbastanza normale. In questo settore sono tante le imprese familiari guidate ancora dai padri fondatori, spesso persone di una certa età, ma oggi stiamo assistendo a un ricambio generazionale importante che sta dando una nuova identità al settore. E forse in tema di empatia e partecipazione sono proprio le donne ad avere più carte da giocare…”